lunedì 13 giugno 2011

Il Potere della Kabbalah Una tecnologia per l'anima

Prezzo € 9,00
Tea Edizioni
Libro - Pagine 298
Formato: 12,5x19,5
Anno: 2005-2011

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Immaginate che esista un’antica e misteriosa saggezza che ha influenzato filosofi, scienziati e grandi individui spirituali di ogni tempo: Mosè, Platone, Gesù, Shakespeare, Newton…

Immaginate che in un tempo molto lontano una ristretta cerchia di saggi sia riuscita a comprenderla e l’abbia tramandata in testi che sono rimasti nascosti per duemila anni. Immaginate infine che questa prodigiosa saggezza possa svelare i segreti dell’universo, dare una risposta a ogni domanda, risolvere ogni dilemma.

Tale saggezza esiste, ed è stata effettivamente tenuta segreta per gran parte della storia dell’umanità: è la Kabbalah.

Con questo libro Yehuda Berg, tra le massime autorità sull’argomento, rivela e spiega in modo semplice e chiaro il complesso delle dottrine esoteriche e mistiche della Kabbalah, di quel sapere che, oggi, è la prima e più alta fonte d’ispirazione nell’ambito della ricerca spirituale e dell’autoaiuto.



Yehuda Berg, rabbino americano, è riconosciuto internazionalmente come un’autorità della Kabbalah, della Torah e del Talmud. Ha editato e commentato numerosi testi importanti della tradizione ebraica. Insegna presso i Kabbalah Centre di tutto il mondo, giocando così un ruolo fondamentale nella divulgazione di questo sapere.

3 commenti:

  1. Un libro bellissimo, di facile comprensione. Questo libro ha illuminato la mia vita, mi ha reso più saggia, mi ha restituito serenità e sicurezza.

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  2. Non solo, ma nella prefazione si sottolinea addirittura che questo libro, se correttamente compreso, contiene in sé una sorta di codice segreto, ossia quelle chiavi interpretative per capire i segreti dell'universo, la natura fisica e metafisica dell'umanità, i metodi per rimuovere ogni forma di caos, dolore e sofferenza. Da queste premesse, mi sembrava allora di aver trovato un tesoro, una guida indispensabile per la vita di ciascuno. Solo che affermazioni di questo genere le ho trovate spesso citate in molti altri volumi, di genere diverso, che si sono però dimostrati alquanto pretenziosi, enfatici ed esagerati, motivo per cui ho preferito essere prudente e cauto nelle mie valutazioni. Poi però, rileggendolo, mi sono accorto che lo stile semplice e informale, con cui l'Autore ha affrontato l'interpretazione e la spiegazione di questo testo sacro, era intenzionale in quanto finalizzato a rendere comprensibile ed accessibile a chiunque gli insegnamenti e la dottrina, le rivelazioni e la saggezza della Kabbalah e del suo testo più importante, lo Zohar. Innanzitutto, il fatto che questa sapienza iniziatica e riservata a pochi eletti sia stata messa a disposizione di tutti, indipendentemente dalla fede religiosa o dall'estrazione culturale, non può che essere riconosciuto ed apprezzato e solo questo particolare rende l'Autore, così come tutta la tradizione cabalistica che lo ha preceduto, meritevole della massima considerazione. Quanto poi al merito del libro, condivido diversi concetti, che però posso accettare con le dovute distinzioni.

    Che l'essere umano sia l'artefice del proprio destino, la causa prima di gioie e dolori della sua vita e, come tale, deve attivarsi per realizzare il suo benessere fisico e spirituale, credo che sia una premessa condivisibile: ma cosa dire allora in merito a quegli eventi imprevedibili (disastri naturali, incidenti subiti, malattie psico-fisiche, ecc.) che cancellano in un attimo o dopo una lunga agonia intere esistenze? Posso allora ammettere questo principio della Kabbalah, ma solo riconoscendo anche una sorta di 'alea', di rischio, di fatalità che risulta alla fine del tutto imprevedibile e improvviso, che bisogna accogliere così com'è, ossia come un aspetto della vita umana di fronte al quale nulla si può se non accettarlo. In questo contesto, gli ostacoli e le difficoltà che incontriamo vanno visti come occasioni di crescita, momenti di maturazione e rinnovamento che possono comportare sconfitte e delusioni, ma anche vittorie e conquiste che, in quanto frutto di una serie ripetuta di prove e tentativi, sono sentite e vissute come il giusto riconoscimento e la naturale conseguenza delle nostre fatiche e del nostro impegno. Credo però che ci sia un limite a tutto, anche a quello che un essere umano può sopportare!

    Altra distinzione centrale che l'Autore compie è quella tra "reazione e proazione". La 'reazione' ad un evento esterno rappresenta la manifestazione del nostro egocentrismo, ossia il comportamento che noi mettiamo in atto come conseguenza delle situazioni che viviamo, siano esse di piacere o di lotta, e questa condotta non rappresenta un'occasione di crescita in quanto stiamo semplicemente reagendo a stimoli esterni e non generando una crescita interiore. La 'proazione' invece è la trasformazione del nostro desiderio di reazione immediata con un atteggiamento più equilibrato e controllato, che ci permetterà di avere ben chiari i termini della questione e comportarci di conseguenza.

    Come principio è magnifico, non c'è che dire; mi chiedo però quanti riescano a metterlo in pratica, soprattutto quando ci si imbatte nelle piccole e grandi prepotenze della vita quotidiana, che ti provocano reazioni non così equilibrate come si vorrebbe. Bella è comunque l'immagine della lampada con gli strati di vestiti che la ricoprono: la luce dentro di noi c'è ancora e si vede, nonostante tutti i difetti ed i limiti che ci accompagnano.

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  3. Lo consiglio a tutti. Molto semplice nell'esposizione di concetti millennari. Base di ogni religione monoteista, ma soprattutto "manuale" di vita.

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